CUNEO CRONACA - Riceviamo dal Comitato unitario Associazioni artigiane: "L’incontro che si è svolto con l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano era stato richiesto al fine di trovare una soluzione che ristabilisse la concertazione proposta e avviata dalla stessa Giunta regionale e da noi condivisa che aveva portato alla sottoscrizione del Patto della 'Ripartenza del commercio e dell’artigianato' del 2 maggio.
Su sollecitazione della stessa Regione, era stato fornito un elenco puntuale delle attività artigiane da inserire tra i beneficiari del Bonus: si trattava di attività di produzione e di vendita in sede fissa (botteghe, laboratori, negozi), per una stima di 8000 imprese con circa 20 mila addetti. Tra queste abbiamo segnalato le attività riconducibili ai seguenti macrosettori: alimentare, abbigliamento e arredo casa, le attività grafiche e fotografiche e affini, il settore orafo e di gioielleria, le lenti e l’occhialeria, gli articoli per matrimonio e cerimonie, gli articoli in pelle e calzature, le tintolavanderie, i centri massaggi e la toelettatura animali.
L’elenco è stato ignorato, anche se ci risulterebbe che la maggioranza abbia presentato un emendamento che ricomprendeva i codici di attività da noi proposti, ma, sempre ad opera della maggioranza, il provvedimento è stato ritirato. "Rileviamo con profonda delusione e amarezza che il metodo della concertazione che si era avviato con il Tavolo del 2 maggio è stato interrotto e accantonato dalla Regione”, dichiara Fabrizio Actis, presidente di Cna Piemonte.
Prendiamo atto che la Regione Piemonte ha incomprensibilmente fatto la scelta politica di escludere una fetta consistente di attività artigiane che hanno titolo ad essere supportate, privilegiando invece le imprese del commercio che operano con i loro negozi di fianco a queste imprese artigiane. "E’ incomprensibile e lesivo per il sistema economico piemontese escludere per scelta una componente fondamentale dell’economia regionale, poiché solo una minima parte delle attività artigiane piemontesi è ricompresa nel patto del 2 maggio”, aggiunge Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.
Nell’incontro di ieri (27 maggio) non abbiamo potuto trarre alcuna prospettiva concreta di soluzione, nessun rilancio a breve di confronto per cui riteniamo il confronto interrotto o peggio svanito. "Siamo in attesa di atti concreti che smentiscano questi dati di fatto", Francesca Coalova, portavoce di Casartigiani Piemonte".
Nella foto, da sinistra in piedi: Alessio Cochis (Confartigianato Imprese Piemonte - dirigente), Giorgio Felici (Confartigianato Imprese Piemonte - presidente), Filippo Provenzano (CNA Piemonte - segretario); seduti, da sinistra: Francesca Coalova (Casartigiani Piemonte - portavoce) e Fabrizio Actis (CNA Piemonte - presidente)