GUIDO CHIESA - Una volta tanto il TG3 si è interessato di Savigliano. Purtroppo non per un evento piacevole, ma per la complicata vicenda del maxi-cantiere di viale Piave.

La vicenda è stata al centro del dibattito cittadino alcuni mesi fa: l’Amministrazione comunale ha infatti concesso una autorizzazione per un palazzo di 5 piani con un fronte di circa 80 metri proprio di fronte al Parco Graneris, quando il Piano Regolatore avrebbe consentito la costruzione di un palazzo di 4 piani. 

Il piano in più era stato aggiunto dal progettista in virtù di una legge regionale, varata dall’amministrazione Cirio, che in particolari condizioni consentiva un tale incremento di cubatura. L’Amministrazione comunale aveva dato l’autorizzazione pur consapevole che sulla legge regionale pendeva un giudizio di incostituzionalità davanti alla Corte Costituzionale.

Il progetto aveva sollevato proteste da parte della cittadinanza: il Partito democratico, con il gruppo consigliare Spazio Savigliano e la lista civica Savigliano Domani, aveva promosso una raccolta di firme che ha avuto l’adesione di oltre 500 cittadini. Molti ritenevano che l’amministrazione sarebbe dovuta essere più prudente: avrebbe potuto chiedere al costruttore di limitare la cubatura a quanto ammesso dal Piano Regolatore per dargli l’autorizzazione nei tempi ristretti richiesti, oppure chiedergli di attendere la pronuncia della Corte Costituzionale per non esporre gli eventuali acquirenti al rischio di comprare un appartamento sul quale pendeva la spada di Damocle del ricorso alla Consulta.

Non è andata come prudenza consigliava: l’amministrazione ha dato l’autorizzazione, ritenendo sufficiente introdurre una postilla che “avvisava” il concessionario del rischio della bocciatura della legge regionale. Con il conseguente ricorso al TAR dei proprietari delle residenze in prossimità del nuovo palazzo che si riterrebbero danneggiati dalla nuova costruzione.

E’ cronaca di questi giorni il fatto che la Corte ha effettivamente bocciato alcuni articoli della legge regionale in questione. Ora la situazione è, come sovente accade in questo Paese, nelle mani degli avvocati che probabilmente insisteranno sulla validità dell’autorizzazione e la possibilità di costruire tutti i 5 piani.

E’ senza dubbio una situazione poco piacevole per il sindaco, nonché assessore all’Urbanistica. Dovesse infatti il TAR ritenere ammissibile il ricorso dei vicini e conseguentemente essere stabilita l’impossibilità di costruire l’ultimo piano del palazzo, gli sfortunati cittadini che avessero acquistato sulla carta gli alloggi che verrebbero a mancare potrebbero forse avere qualche titolo per rivolgersi anche a lui per vedere ripianato l’eventuale danno.

Dovesse viceversa essere confermata la validità dell’autorizzazione - elemento centrale, di forza, su cui potrebbero puntare gli altri avvocati - il sindaco si sarebbe reso politicamente responsabile della situazione agli occhi della cittadinanza. 

Ma, dal momento che il palazzo è ancora a livello delle fondazioni, ci sarebbe probabilmente tutto il tempo di modificare il progetto. Attendiamo chiarimenti in merito e terremo informati i lettori sugli sviluppi della vicenda. 

Guido Chiesa