FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Luciana Rizzotti, esule delle foibe, è nata nel 1937 a Cittanova d'Istria. Il 26 agosto 1954 lasciò la sua città con la famiglia e, dopo un lungo viaggio tra sofferenze e umiliazioni, approdò finalmente a Bra, dove, ben accolta, risiede ancora oggi.
Anche quest'anno, lunedì 10 febbraio, a Bra, Luciana Rizzotti parteciperà alla cerimonia del Giorno del Ricordo. Non può dimenticare e non si risparmia nel raccontare le drammatiche esperienze che migliaia di esuli istriani subirono al termine della Seconda guerra mondiale.
Luciana, dove trovi ancora la forza di partecipare a tanti eventi e perché?
"Desidero che questa triste vicenda sia divulgata, e noto che suscita sempre più interesse. Purtroppo, noi esuli abbiamo parlato poco, e così la nostra storia è stata messa nel dimenticatoio. Ciò che mi ha spinto a raccontare, insieme a mia sorella, è stata la volontà di contraddire le tesi di alcuni negazionisti che abbiamo letto in alcuni articoli di giornale. Puoi immaginare l’indignazione che abbiamo provato! Poco alla volta, anche altri esuli hanno reagito, facendo sentire la propria voce. Non sarebbe stato giusto tacere. Anche l'amministrazione di Bra si è prodigata per fare luce su questa parte di storia dimenticata".
In che modo?
"Nel 2012 ha pubblicato il mio libro 'Luciana Rizzotti. Il grande esodo. Memorie di una esule istriana'. Poi, trascorsi dieci anni, ha provveduto alla riedizione, perché man mano è cresciuto l'interesse. Da allora non ho smesso di portare testimonianze nelle scuole e alle commemorazioni in altre città, ancora oggi mi contattano per invitarmi, e mi ha piacevolmente sorpreso cogliere l'attenzione e persino la commozione negli occhi dei ragazzi. E' il crescente coinvolgimento delle persone che mi sprona a continuare, malgrado il peso degli anni. Certo, non potrò più sostenere il ritmo di presenze agli eventi spostandomi anche nelle altre città. Comunque, finché le forze mi sostengono, a Bra non mancherò mai di partecipare agli eventi istituzionali e agli inviti che ricevo da parte di associazioni culturali e istituti scolastici. Malgrado tutto, ancora esiste, soprattutto tra i giovani, chi non conosce neppure il significato della parola foiba. Ci tengo a ringraziare l'amministrazione comunale che mi ha sempre sostenuto e tutti coloro che si sono interessati alla divulgazione della storia sulle foibe. Ultimi, ma non meno importanti, mio figlio Mauro e le mie nipoti Michela e Martina Raimondo, per i disegni che hanno illustrato i miei libri”.
Della riedizione del libro riveduto con il titolo “Luciana Rizzotti. ISTRIA 1945 – 1956. Il grande esodo”, dedicato al figlio Mauro, prematuramente scomparso, riporto l'introduzione.
Con poche parole semplici ma toccanti l'autrice racchiude la sofferenza di lasciare il proprio paese, verso un futuro ignoto.
“Le onde si infrangevano sulla poca sabbia e suoi ciottoli con un movimento lento. In quel momento eravamo anche noi come loro: povere onde in cerca di una spiaggia...".
Luciana Rizzotti collabora con il periodico triestino 'Unione degli Istriani. Ricordando Cittanova' e ha ricevuto diverse menzioni di merito e d'onore per testi e poesie.
Il racconto 'Il grande esodo' è stato premiato al concorso 'Alfonso di Benedetto' a Chiusa Pesio, mentre la poesia 'Esuli' ha ricevuto una menzione di merito al Concorso nazionale 'Vittorio Alfieri' di Asti.
Fiorella Avalle Nemolis