FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Al Museo della Scrittura Meccanica di Bra, fondato da Domenico Scarzello, si celebra il 60° anniversario della mitica "Programma 101" della Olivetti, un'invenzione che ha cambiato radicalmente la nostra società.

Introduce Domenico Scarzello: “Pochi sanno che fu l'azienda italiana Olivetti a inventare e produrre il primo pc al mondo. E ben 13 anni prima di Steve Jobs! Oggi la partecipazione di Gastone Garziera rende speciale la celebrazione del 60°anniversario, e in seguito alla proiezione del documentario 'Quando Olivetti inventò il pc', il pubblico avrà l'occasione imperdibile di dialogare con il co-progettista di questa straordinaria invenzione".

Mentre gli operatori organizzano la proiezione, approfitto e chiedo a Gastone Garziera il suo parere riguardo all'intelligenza artificiale, che risponde: “E' un nuovo strumento molto sofisticato, che subisce una rivoluzione continua, ma è una potenza che usata bene promette risultati incredibili, inimmaginabili. E' un nuovo modo di lavorare e operare che, tuttavia, si impone per restare al passo con la concorrenza. E' ovvio che come ogni tecnologia ha i suoi pro e contro, speriamo che prevalga il buon senso”.

Nel buio e nel silenzio della sala durante la proiezione si percepisce quel senso di stupore e curiosità, stiamo assistendo a quell'avvincente ritorno al passato, non così lontano, mentre scorrono immagini degli anni sessanta, in cui appaiono colossali computer, talmente invadenti da occupare spazi enormi, su cui operava esclusivamente personale specializzato.

Era impensabile che una macchina da tavolo di piccole dimensioni fosse utilizzata come un normale strumento di lavoro quotidiano ad uso personale, insomma era un prodotto di largo consumo fruibile da tutti. Garziera, che appare anche nel filmato, illustra e commenta un pezzo di storia di cui è stato protagonista, fornendo spiegazioni tecniche, alleggerite da simpatici e curiosi aneddoti di vita lavorativa di quell'epoca, che a noi sembra così lontana.

Significativo il racconto della “Programma 101” della Olivetti, presentata nel 1965 durante la Fiera Mondiale di New York nella sezione delle macchine d'ufficio. Anche se esposta un po' in disparte, suscitò ugualmente grande stupore e interesse nel pubblico, che non si capacitava del fatto che non vi fossero collegati grovigli di cavi. Faceva sorridere osservare le persone aggirarsi intorno per trovare ciò che non c'era, eccezion fatta per il filo della corrente

A 19 anni partecipò attivamente a quell'avventura insieme all'ingegnere Pier Luigi Perotti e Giovanni De Sande. Nonostante fosse il più giovane, grazie al principio di Adriano Olivetti, che incoraggiava l'ascolto senza pregiudizi, poteva esprimere liberamente le sue idee.

A fine proiezione, Garziera, molto affabile e accogliente, colloquia col pubblico e, alla domanda: "Com'è nata la 'Programma 101?'", risponde: "È nata così, senza riferimenti. A quel tempo, sul mercato esisteva solo la macchina meccanica o il grosso calcolatore. Ma Adriano Olivetti intuì che serviva una tecnologia alternativa per la continuità dell'azienda e, nel '55, fondò insieme all'Università di Pisa il Laboratorio Ricerche Elettroniche. In seguito, in azienda, creò la propria divisione elettronica. Purtroppo, a metà degli anni '60, mancato Adriano, la famiglia Olivetti, in difficoltà finanziarie, decise di vendere tutta la struttura della divisione elettronica alla General Electric. Tuttavia, dietro a tutto questo, io vedo non tanto il problema finanziario della famiglia Olivetti, quanto la volontà politica, a partire dagli Stati Uniti, che la tecnologia elettronica pregiata dei calcolatori ritornasse sotto controllo americano. L'Italia era la nazione con il partito comunista più dominante; era il periodo della guerra fredda ed eravamo proprio al confine con la cortina di ferro. L'obiettivo di Adriano Olivetti, socialista illuminato, era fare business non tanto per se stesso, quanto per il futuro della Olivetti e di tutta la comunità. Da imprenditore umanitario, il suo desiderio era soprattutto il raggiungimento dell'equilibrio e del benessere dell'azienda. È stato fondamentale nella nostra formazione, sia personale che lavorativa, inculcandoci il concetto di disponibilità, collaborazione, inventiva e soprattutto entusiasmo. L’Olivetti, pur avendo problemi che sorgevano ciclicamente, aveva in sé la forza innovativa per produrre macchine sempre più all'avanguardia: veri primati, veri numeri uno, tanto nello scrivere quanto nel calcolo. In sostanza, bisognerebbe trovare tanti altri Adriano!”.

L'evento si è concluso con l'omaggio di una targa di merito e riconoscimento della città di Bra, consegnata a Garziera da Gianni Fogliato, sindaco di Bra, e con l'omaggio di una penna stilografica Aurora, da parte dell'imprenditore Cesare Verona junior, il cui nonno, Cesare Verona senior, fu il primo concessionario della nota ditta Remington in Italia, successivamente fu anche fondatore della fabbrica Italiana Penne a Serbatoio Aurora.

Questo interessante evento sottolinea la visione illuminata dell'imprenditore Adriano Olivetti, ossia, che il progresso tecnologico andasse di pari passo con il benessere sociale e culturale dei dipendenti.

E' stato un mondo lavorativo inconsueto, così umano, così singolare, da rimanere indelebile nella memoria di chiunque.

Fiorella Avalle Nemolis